Le cinque brevi note del titolo sono le tappe anagrafiche e tematiche in cui l'ottantacinquenne Giuseppe Piroddi, affetto da cecità completa dall'età di sette anni, ha deciso di suddividere la propria esistenza e così raccontare la sua personale scalata verso una vita serena e appagante, pienamente inserito nella «società dei normali». Nato in una famiglia umile della Sardegna rurale a cavallo tra le due Grandi guerre del Novecento, Giuseppe narra, con una prosa elegante e forbita, le vicissitudini che ha dovuto affrontare per smarcarsi dalla propria condizione di cieco assoluto, percepita inizialmente dai suoi familiari come una condanna, e per realizzarsi sul piano professionale, sentimentale e umano. L'ormai ex professore di filosofia tratteggia con gratitudine e tenerezza le persone che hanno creduto in lui e gli hanno teso la mano nei passaggi più ardui di un cammino sul quale ha recuperato largamente lo svantaggio iniziale che il fato gli aveva imposto: su tutte svetta la figura dell'amatissima Iolanda - alla cui memoria è dedicato il testo - compagna di vita conosciuta quasi cinquant'anni fa durante un convegno dell'Unione Italiana Ciechi.