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Necessità di un criterio pedagogico.

Ciò che fondamentalmente, secondo me, qualifica un insegnante e lo distingue, dal punto di vista professionale, dai suoi tantissimi colleghi sia nel bene, sia nel male, in qualunque ordine di scuola egli eserciti la propria professione, è il suo criterio pedagogico, ossia il metodo che adotta nell’insegnamento.

 

L’insegnante che non possiede un’idea chiara di come procedere nell’insegnamento, bisogna riconoscere che è un fallito nel proprio campo. Ma ciò sarebbe poca cosa se il suo fallimento si limitasse esclusivamente a danneggiare la sua persona con le brutte figure che è costretto a fare di continuo. Il guaio è invece che egli arreca danni enormi agli allievi che deve educare e formare, e alla stessa società nella quale tali allievi dovranno, prima o poi, operare con l’attività che eserciteranno.

La scuola infatti esplica, nell’ambito sociale, una funzione assai rilevante. E molte società nazionali dei giorni nostri sono afflitte da terribili crisi; ed alcune rischiano addirittura la completa dissoluzione proprio perché non hanno riconosciuto alla scuola il giusto peso che le spetta e non l’hanno, di conseguenza, organizzata in modo adeguato. Un esempio lampante di questo fenomeno è offerto purtroppo dal nostro Paese, che non è ancora riuscito a riformare la scuola a seconda delle sue esigenze sociali, ma che perciò non riesce ad uscire dalla tremenda crisi che lo attanaglia ormai da oltre quindici anni.