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Un capo indiscusso si affermò sulla comunità, l’autorità del quale venne riconosciuta da tutti o quasi. Ma coloro che non vollero riconoscerla in un primo tempo furono costretti a farlo in seguito, pena la loro esclusione dalla comunità, se non, addirittura, la soppressione fisica. E soppressioni fisiche ce ne furono certamente, tenuto conto della barbaria primitiva in cui l’umanità era immersa e nella quale l’unico modo di sbarazzarsi dell’avversario era la sua soppressione totale, giacché non è credibile che i capi primitivi non abbiano incontrato opposizioni nell’imporre la loro volontà di dominio assoluto sui loro simili.

Come si affermarono i capi nelle comunità primitive? Documenti diretti di come ciò sia avvenuto, non ce ne restano molti. Tuttavia dagli studi effettuati dagli antropologi nelle popolazioni che oggi vivono ancora nello stadio primitivo e da un attento studio caratteriologico anche dell’umanità altamente civilizzata, nonché dalle osservazioni che si possono condurre ,o che già sono state condotte, sulle varie società che si sono succedute lungo il corso della storia, non è difficile immaginarlo. I capi delle comunità primitive erano, senza dubbio alcuno, uomini di intelligenza e di capacità volitive e superiori a quelli su cui si imposero e che divennero i loro sudditi. Ebbero anche una fantasia pregevole, che li soccorse nell’escogitare stratagemmi con cui mirarono a sbalordire i componenti e le comunità su cui si ersero, facendo credere che essi erano dotati di facoltà superiori o che erano in comunicazione con le divinità, per cui potevano fungere da mediatori tra queste e gli abitanti della comunità ed elargire a loro piacimento i favori divini. La decisione estrema, la durezza ostinata e persino la crudeltà più terribile, fecero parte del loro carattere forte e complesso. Ogni loro atteggiamento tendeva a dimostrare che essi erano indispensabili alla comunità e che essa sarebbe incorsa in chissà quale rovine senza il loro sostegno. Perciò erano sempre pronti e propensi a blandire e a fustigare, a spingere di obbedire per comandare senza oppositori. Accentravano ogni forma di potere nelle loro mani. Erano capi supremi degli eserciti, sommi sacerdoti, giudici unici ed indiscussi, legislatori ed esecutori delle leggi che essi stessi facevano, padroni incontrastati degli uomini e delle cose che appartenevano alla comunità. E tutto questo per loro era naturale perché pensavano di essere i veri generatori della comunità. Pensavano che essa era stata, non solo costituita da loro, ma anche mantenuta nella sua esistenza grazie alle energia che costantemente vi profondevano. Ogni loro azione, per quanto arbitraria fosse, veniva fatta per il bene della comunità, allo stesso modo che ogni azione di un padre di famiglia viene fatta per il bene della famiglia, giacché essi erano convinti non di essere figli della comunità, bensì padri.

Fine prima parte.